Post by ApteryxCome da oggetto. Sono particolarmente apprezzati interventi di chi a
partecipato a degustazioni.
A mio modesto avviso (il *modesto* non è messo lì tanto per fare, ma deriva
dalla convinzione personale di non essere ancora riuscito a "entrare"
completamente nello spirito della Valpolicella) ci sono almeno due filosofie
nella produzione dell'Amarone.
Una di esse cerca di creare un vino "secco" (notare le vorgolette) partendo
dall'appassimento che storicamente attiene al processo produttivo del
Recioto, e completandone la fermentazione delle uve.
Un'altra tende a proporre un tipo di vino che talvolta si ama definire
"Amarone reciotato", con un livello alcolico molto importante e la passitura
che si fa sentire decisamente anche a livello di residuo zuccherino.
Nel primo caso si ottengono vini più "maschi", con un'acidità generalmente
maggiore, un buon contributo tannico all'aspetto gustativo e, sempre in
generale, una certa sapidità.
Nel secondo caso si ottengono vini molto "potenti", spesso abboccati, molto
più adatti (secondo me) alla meditazione pura che al consumo con i piatti di
carne, per il semplice motivo che qualsiasi abbinamento a cibi saporiti
risulta, alla lunga, un po' incerto.
E' mia recente convinzione che queste due categorie, che derivano da due
filosofie sostanzialmente opposte, siano effettivamente due mondi abbastanza
distinti e che risulti un po' banale, se non talvolta velleitario,
confrontare tra loro i vini dell'una con quelli dell'altra in termini di
gradimento.
Credo piuttosto che ciascuno possa esprimere la sua preferenza per l'una o
l'altra tipologia (tenendo conto che, come in tutti i vini, per nostra
fortuna, esistono le sfumature di grigio), scegliendo all'interno di
ciascuna di esse quelli che si ritiene siano preferibili. Con ciò vorrei
sottolineare come sia in un ceto senso sbagliato, a mio libero (e quindi
sempre opinabile) parere, confrontare tra loro, tanto per fare un esempio
d'attualità, gli Amaroni di Allegrini (primo tipo) e di Stefano Accordini
(secondo tipo), i quali, pur rientrando nella medesima fascia di prezzo,
risultano due prodotti talmente diversi da far quasi esclamare che... se uno
è Amarone, l'altro non lo può essere!
Giacché però tu hai chiesto da dove cominciare, ti do qui sotto i miei
personalissimi must. Tralascio volutamente i cosiddetti super-Amaroni,
quelli dal prezzo assurdo: sono ben noti e non servono certo i miei consigli
per decidere se andarseli ad assaggiare o meno. A te il piacere di scoprire
le categorie d'appartenenza di ciascuno.
AdV Classico "Casa dei Bepi" 1997 di Viviani
AdV Classico "Campo dei Titari" 1999 di Brunelli
AdV Classico "Gioè" 1997 di Santa Sofia
AdV 1997 di Corte Sant'Alda
AdV Classico "Vaio Armaron" 1998 di Serègo Alighieri-Masi
Se inoltre passassi per Verona e decidessi da fare una puntatina al
ristorante "La Bottega del Vino", potresti assaggiare l'annata corrente
della selezione di Masi che il proprietario della Bottega, ogni anno,
sceglie personalmente tra le botti del produttore.
Ah: Allegrini e Accordini, se ti capita, valgono comunque l'assaggio, per
me. Entrambi.
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PierEno